lunedì 22 agosto 2011

Il filo d’olio il filo d’oro il filo rosso (2)

Mariolina Venezia, Mille anni che sto qui
Einaudi, Torino 2006


L’olio che scaturisce dalle cisterne fessurate dal terremoto, prima a filo, poi a ruscelli e infine in torrente impetuoso è l’inizio della storia “dall'Unità alla caduta del muro di Berlino”, la memoria di una ricchezza andata perduta, che ne richiama un’altra pure perduta in oro borbonico seppellito chissà dove, a Grottole, in provincia di Matera, “all’altezza di quasi 500 metri sul livello del mare, in cima ad un colle” sul crinale orientale della Valle del Basento. Olio e oro, fame e miseria, riscatto e ricostruzione, sono il fil rouge di questa storia coinvolgente, scritta con grande abilità e maestria, con resa appassionata di caratteri e luoghi, con la coscienza e conoscenza di chi è da mille anni che sta qui, in quella Patria Tellus dei Lucani che non è di nessun altro e che mai altrove, pur cercandola si trova. Tant’è vero che il libro ha avuto accoglienze entusiaste in terra di migranti, «libro affascinante», per il Washington Post, «una narrazione incantevole» sul New York Times, e che ha ora una traduzione cinese (Lucani di Cina, dove siete?). Libro crudo e asciutto ma denso sotto la superficie, di umori e calori, profumi e afrori, più che solari, canicolari e tellurici.
Grazie a Sivia, Zì Mimì, Zì Margherita, 'a Ciuetta...







Athena Elvira intanto si è infilata in cucina. Ha lasciato le armi nel sottoscala, ha tirato un profondo sospiro di sollievo; tutto pesa maledettamente, la corazza va stretta, il serpe le fà nu poco schifo, la civetta è volata alla fontana e il corvo pare Gennarino appollaiato su una catasta di legna. Ha tirato su il peplo e lo ha fermato per un lembo alla cintura. E ha pure delle belle gambe, Athena! Il polpaccio è un po' forte, ma il calzare lo rende più aggraziato. Riccioli neri, prima trattenuti dal cimiero, ora le scendono sulla fronte, insomma un gran bel vedere! Importante non farsi beccare.
L'olio è in un bidone verde, anonimo, ma la Dea sa che è buono, molto buono, un po' denso forse ma il sapore è divino! E grazie tante, ce l'ha messo lei!
C'e una forma di pane, spaghetti, o forse bucatini o addirittura ziti, un vaso di acciughe e uno di peperoni sott'aceto; e il baccalà già bagnato e pronto da cucinare chi ce l'ha messo? Le Ninfe? Le Zie? Poldo?
Athena prepara:

Pasta con la mollica

1/2 Kg di pasta lunga
3-4 acciughe salate
un bel pugno di mollica della pagnotta
1 spicchi d'aglio, da togliere poi
Olio Extra Vergine d' Oliva dal bidone verde
sale
Peperoncino rosso se piace ( piace, piace!)

Mette a cuocere la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolandola poi come piace a lei. In una padella disfa nell'olio caldo con dentro l'aglio le accughe, poi aggiunge a tostare la mollica sbriciolata, eventualmente con il peperoncino. Scolata la pasta, la fa girare nella padella a tirare su il condimento, aiutandosi con altro olio di casa. E così può andare in tavola.

Intanto si cucina il
Baccalà coi Peperoni
 
1 kg circa di baccalà, bagnato e pronto per essere cucinato
350 gr di peperoni sott'aceto, anche fatti in casa
Olio Extra Vergine d'oliva, c.s.
Sale, se serve

Bollire il baccalà fino a mezza cottura, scolarlo e metterlo da parte. I peperoni si scolano dell'aceto, e si soffriggono in una padella nell'olio extra vergine di oliva; non devono risultare sfatti. Si recupera il baccalà messo da parte e si aggiunge ai peperoni, portando a cottura. Aggiustare di sale se proprio serve.

Per i peperoni sott'aceto: si tagliano i capsici gialli, verdi rossi non importa, in striscie per la lunghezza; si sbollentano in acqua bollente salata per 2 minuti. Si fa bollire l'aceto buono con un po' di sale. Si dispongono in verticale le falde di peperone nei vasi sterilizzati e si copre con l'aceto bollente. Chiudere i vasi immediatamente.

       



       

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