Il baccalà, il carciofo e il fiore di zucca di Giggetto al Portico di Ottavia
Il pesce di Roma non è certamente
solo baccalà. Per più di cinque secoli il Portico di Ottavia, “porta” del
Ghetto ha accolto il mercato del pesce della Città Eterna. Sbarcato nottetempo
alla Renella dal lato di Trastevere, il pesce veniva posto all’asta a partire
dall’alba per fissarne il prezzo per la giornata. I banconi erano costituiti da resti marmorei dei circostanti
monumenti romani, che i proprietari “affittavano” ai pescivendoli, costituiti
in Universitas con propri statuti e
regole d’ingresso. La chiesa di San Michele Arcangelo, o Sant’Angelo dei
Pesciaroli, che si affacciava sul mercato, ospita tuttora la cappella della Corporazione.
Portico d'Ottavia. Un acquerello di Samuel Prout (1783-1852)
Una targa marmorea ammoniva che: “la
testa dei nobili storioni, e di altri pesci, dovesse andare in regalo ai
Conservatori di Roma, quando gli esemplari eccedevano la lunghezza di 5 palmi e
un’oncia, ovverossia metri 1,13. Lo proclama tuttora, senza aver più forza di
legge, una bella lapide capitolina del XVII secolo, apposta lungo la scala del
Palazzo dei Conservatori, che non ha dimenticato di tramandare ai posteri, in
bassorilievo, anche la vivace immagine del pesce-storione, ormai scomparso per
sempre”*. Un’altra lapide, ben più tragicamente recente ricorda, pochi
metri più in là, che dallo stesso luogo partirono senza più tornare gli Ebrei
romani rastrellati il 16 ottobre del ’43.
Il Teatro di Pompeo fu fatto
edificare da Gneo Pompeo Magno dal 61 al 55 a.C. aggirando il divieto di
costruire luoghi di spettacolo in muratura con il semplice espediente di camuffarne
la cavea come imponente scala di accesso a un tempio dedicato a Venere Vincitrice
posto alla sua sommità. Due millenni dopo il camuffamento è perfetto: il Teatro
esiste ora solo incorporato nella compagine urbana della Roma rinascimentale e
moderna, nelle fondamenta dei palazzi, nelle cantine, nelle curve pittoresche
di alcune strade alle spalle di Campo dei Fiori nelle botteghe ricavate dalle
sue sostruzioni.
Fegato di agnello ai carciofi
200 gr di fegato di agnello1 cucchiaio di farina
1 noce di burro
2 carciofi
1 bicchiere di vino bianco
sale e pepe
Rosolare i carciofi a fettine in un tegame quindi metterli
da parte. Infarinare il fegato e rosolarlo nel burro e olio. Unire il tutto e
sfumare con il vino bianco. Decorare. Servire caldo
Cicoria ripassata
1 kg. di cicoria piccola1 spicchio d'aglio
1 peperoncino
Sale grosso q.b.
Olio d'oliva
Lavare bene la cicoria. Mettere al fuoco una pentola grande riempita
di acqua fino a metà con prese di sale grosso. Quando l’ acqua bolle, mettere in
pentola tutta la cicoria e farla cuocere per una decina di minuti. Mettere sul
fornello una padella con l'olio, lo spicchio d'aglio tagliato a metà e il
peperoncino. Rosolare a fuoco moderato e aggiungere la cicoria scolata. Tirarla
in padella per un due o tre di minuti sempre mescolando con un cucchiaio di
legno. Servire caldo.
Orata al forno con i
pomodorini
Si può considerare un’orata media a commensale, o una più grossetta
per due. Pulire e lavare l’orata dentro e fuori. Profumare l’interno con aglio,
alloro, poco pepe e sale grosso. In una casseruola adagiare 10 o 15 pomodorini
Pachino tagliati a mezzo, o anche fette di pomodoro San Marzano. Dare un buon
giro d’olio e sistemare il pesce sopra i pomodori. Irrorare con mezzo bicchiere
di vino bianco e mettere in forno caldo per 25/35 minuti. Se necessario, a metà
cottura, spruzzare con altro vino bianco.
Orata al forno con le
patate
Le proporzioni sono le stesse della ricetta dell’orata con i pomodorini. Preparare un foglio di carta oleata. Sbucciare ed affettare 2 o 3 belle patate a fette di 3-5 millimetri di spessore. Pulire e lavare l’orata, salare e pepare l’interno, inserirvi uno spicchio d’aglio e un rametto di rosmarino. Su una placca da forno stendere la carta oleata, disporre al centro la metà delle fette di patata, adagiarvi il pesche e irrorare di olio d’oliva. Coprire con il resto delle patate, ungere ancora con poco olio e chiudere ermeticamente a pacchetto la carta avvolgendo completamente l’orata. Passare in forno caldo per 30 minuti circa. Sevire il pesce con le patate come contorno.