venerdì 30 settembre 2011

Da:Thàlassa!Thàlassa!...A:Terra!Terra!...

 Secondo viaggio interno, da Heraklion al Pireo terza nave e terza compagnia. Qui, come diceva il Principe Anonio de Curtis, (ri)cominciamo a ragionare! Superfast XII, oblò che è una finestra affacciato sul Porto Veneziano nel tramonto cretese; staff numeroso e competente; Ristorante "le Ballet" e stewat di classe tutto per noi. In joint venture con ANEK per tre anni sulle rotte Ancona Patrasso e Pireo Creta, Superfast, che è ateniese, mantiene le promesse di standard della pubblicità congiunta.

Dalla Carta che richiama non recentissimi fasti di crociere transatlantiche e nastri azzurri, la scelta va all'Halloumi alla piastra su peperoni florini gratinati, un classico mediorientale ben eseguito e presentato con cura. La cura della presentazione in tavola sembra uno dei must di questo ristorantino viaggiante, dove anche i tovaglioli vengono drappeggiati con scolastica quanto gradevole attenzione, una foggia diversa per ogni commensale, e piacevoli composizioni di posate incorniciate imitano formazioni di cefali, o di sardine come se ne vedono facilmente solo ficcando la testa nell'acqua da uno scoglio qualsiasi nell'Egeo.

 Il piatto a seguire è quello più a rischio ad una mensa Ellenica. Lo stewart infatti suggerisce sicuro: "Moussakà", e sa quel che dice!
In tavola arriva la regina di tutte le pietanze in porzioni degne del suo rango, rettangoli delle dimensioni di un'antologia ginnasiale (il ricordo va a certe raminate di lasagne bolognesi servite negli anni '50 in occasione delle Feste più o meno comandate). Ben confezionata, questa ricca moussakà viene servita con una cucchiaiata salsa di pomodoro fresca "on top", e grated parmesan (!?) a fianco.


L'ultima navigazione è di nuovo ANEK e ancora Hellenic Spirit, da Patras ad Ancona, E' come fare il viaggio in compagnia di vecchi amici, assaggiando questa volta le loro Soutzoukakia di Smirne.

Andiamo ora a narrare, favente Diva, i fatti dell'Educato, della Sapiente e della Pallade in terra d' Attica.

giovedì 29 settembre 2011

Sailing (...more)

...Seduto in quel caffè...tattattarara tatatararararaaa!


L'incontro con lo Staff Officer responsabile del Menu permette al GE e alla CS di approfondire alcuni aspetti della sua costruzione e delle origini dei piatti Greci e Cretesi in particolare.

Veniamo così serviti di Sogliole in panatura con salsa di zafferano alla nigella, broccolo e patata bolliti


e di Baccalà, pure impanato nella farina di mais, su purè di fabas, decorato di cipollina novella.


Di baccalà che, impanato e fritto è un classico della tavola conviviale ellenica, e dei suoi fratelli e parenti, il Gastronomo intende occuparsi nell'imminente stagione invernale. Questa esecuzione è stata di ottimo livello, logicamente cucinata espressa e ben accompagnata alla crema di φαβας.

Con il vocabolo φαβας, fava, si intende indicare fino a cinque diversi legumi secchi, tra cui le fave comunemente usate anche nella cucina pugliese (fav'e cicorie). Per questa preparazione nelle isole meridionali della Grecia si usa solitamente la piccola fava di Santorini, di colore giallo mais, che dà una crema compatta e vivacemente colorata.

Φωτογραφίες: Όρλυ Μαρζίβ


Ricorriamo (lo faremo ancora) alla preziosa Mirsini Lambraki, educatissima gastronoma cretese, divulagatrice attenta e rigorosa ricercatrice di patrie tradizioni, per una preparazione tradizionale della:

Crema di Faba Κρέμα φάβας








 Léon Zanella: Fira Santorin Huile sur toile.

1/2 Kg di faba (vanno bene anche le nostre fave decorticate e ammollate, cambia il colore)
1 cipolla piccola, affettata
1 pizzico di sale
Olio Extra Vergine d'Oliva
poco succo di limone

Nettare e risciaquare la faba.
Mettere a bollire, al primo bollore scolarla e sciacquarla.
Aggiungere acqua e portare a bollore, cuocere finchè l'acqua è assorbita. Appena prima aggiungere la cipolla e il sale. Appena la faba è cotta ridurala in crema passandola al mixer.
Servire condita con olio e decorata con anelli di cipolla e poco aneto.

Cfr .Μυρσίνη Λαμπράκη: Γευσεις Ελληνικών Νησιών: Σαντορίνη, 2005
(Errori e imperfezioni nella traduzione sono a carico dell'estensore)

Altrove la crema di faba è stata servita con il polpo arrostito, o da sola come antipasto, cosa che fu caldamente sconsigliata alcuni anni orsono da una deliziosa signora elvetica che officia un'ottima taberna  in quel di Mochlos, Creta. Il Nostro era diventato improvvisamente inappetente, la faba aveva chiuso ogni spazio disponibile per molte ore a venire. Ma questa è tutta un'altra storia.

Mochòs, Est Creta, settembre 2007 chez Tò Bogazi



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Altra nave, altra compagnia...altre impressioni.

Su molti aspetti del successivo passaggio interno ai mari greci, avvenuto su altra nave d'altro armatore, dal Pireo verso Heraklion, sarebbe bello tacere. Ma...non possumus! La nave porta ora inadeguatamente il nome di un palazzo minoico, come minoico volle essere in origine il nome della compagnia. Ma l'armatore è cambiato e non è cretese e nemmeno greco, la pulizia generale e particolare è carente, il menu assai poco invitante. Meglio una tyropita scongelata allo spaccio, prima di coricarsi vestiti in cuccetta. Il personale di bordo è gentile, e fa quello che può con professionalità e cortesia per arginare la malinconia di un viaggio da dimenticare. 


Un fotogramma da: Soul Kitchen. Anno: 2009. Regia: Fatih Akin.
Sito ufficiale: www.soul-kitchen-film.com



martedì 27 settembre 2011

Sailing

Il Ristorante ha un piacevole decoro, un’atmosfera intima nonostante i tavoli siano una ventina e i commensali possano raggiungere numeri nemici della riservatezza. Il servizio è assicurato dagli Stewart di bordo, professionali, preparati ed ellenicamente cordiali; dopo il secondo viaggio si viene riconosciuti come clienti e immediatamente qualche parola cortese del vostro barbaro idioma viene pronunciata per farvi sentire a casa.
L'Officer in charge al ristorante, orgoglioso e geloso della sua Carta
La Carta è in Greco e in Inglese, ogni piatto è illustrato con poche parole, la scelta è spiccatamente Mediterranea, con una sezione totalmente Cretese. In questa parte del menu, in Agosto e Settembre abbiamo trovato per ben cominciare: Dakos e Gavros marinatos, Mitatotyri in padella con salsa ai pomodorini, le classiche creme a base di yogurt e, sorpresa! sorpresa! le pitakia ripiene di formaggio Grabiera cretese con salsa di more e yogurt.


Si tratta di una sorta di pita, morbida all’interno e crustillante in superficie, cucinata in padella di ferro senza grassi con il suo ripieno di grabiera (γραβιέρα) filante. Ci viene servita ben calda, tagliata in due, con la sua decorazione di yogurt setacciato e confettura di more. Una specialità della zona di Sfakià riscritta con gusto e maestria.





Dakos alla maniera di Zizou*

2 paximadia rotondi
1/2 bicchiere d'acqua
1 pomodoro da insalata, cretese
1 peperone "Florini"
1 pugno di olivette nere cretesi
6 cucchiai di Olio Extra Vergine d'Oliva
poco poco aceto
sale, origano "ghia panta"
4 fette di Feta o, meglio Anthotyro duretto

Sistemare i paximadia ognuno in una scodella con un po' d'acqua e farli appena inzuppare.
Fare il pomodoro a cubetti e distribuirlo sul pane, ripetere con il peperone. Condire con un po' d'olio e ligò ligò aceto. Distribuire il formaggio, le olive, il sale e l'origano. Condire ancora con il restante olio, o anche di più. Servire.

*Il Signor Zizou è stato sottufficiale in un battaglione di frontiera in alta montagna. Di vocazione fornaio su al Nord, è stato a lungo gestore estivo di una Ouzeri affacciata sul golfo di Mirabello, Est di Creta. Questa la sua preparazione del Dako, Aperitivo, chiuditivo, piatto unico, merenda o anche prima colazione ideale.





lunedì 26 settembre 2011

Il Cuoco di Bordo

Uno dei frammenti più citati, soprattutto a sproposito, come fa anche oggi il nostro Gastronomo, dell’opera di Søren Kierkegaard recita: «La nave è in mano al cuoco di bordo e ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani».(Cfr. S. Kierkegaard, Diario, tr. it. a cura di C. Fabro, Morcelliana, Brescia 1980 – 1983). Ma è proprio di cuochi a bordo che parleremo, non di chef étoile ma di ouvriers di grande capacità e versatilità che fanno cucina sulle navi traghetto fra Italia e Grecia e sulle rotte interne dei mari Ellenici. Parliamo non di tutte le navi e non certo di tutte le compagnie di navigazione. La rotta è nota, il Comandante può lasciarsi andare a commentare il cibo servito a bordo, pur senza strillarlo al megafono.

A.N.E.K. , Ανωνύμου Ναυτηλιακής Εταιρίας Κρήτης-Compagnia Anonima di Navigazione di Creta, ha una solida tradizione sulle rotte interne greche e sui passaggi dell’Adriatico.  Nasce negli anni ’60 a Chanea per iniziativa delle popolazioni e delle forze economiche locali, e col sostegno del Metropolita di Kissamos e Selino, il Cretese Ireneo Galanakis:  il tragico naufragio della nave Heraklion (ex SS Leicestershire) aveva evidenziato la carenza dei trasporti e dei collegamenti di Creta con il Pireo e quindi l’isolamento dalla Grecia Continentale e dall’Europa. Oggi, nel 2011 sono 100 anni dalla nascita del Metropolita-Presidente, ritiratosi a Kolimbari all’Accademia Religiosa di Creta, ANEK offre il miglior servizio di navigazione Italia-Patrasso e Pireo-Isole. Incluso ciò che concerne il servizio di tavola.
 Moni Gonia a Kolymvari

L’utenza principale è di vacanzieri e conducenti di camion, con una buona presenza in estate di viaggiatori con solo passaggio ponte. Si “respira” subito una cert’aria di Levante salendo in coperta per godersi la partenza. Venti metri sotto la plancia di comando è sistemato un efficiente banco di Ghiro, pollo o maiale a scelta, servito dentro la pita o in piatto di carta con patate fritte (al momento) e salsa allo yogurt. Semplice economico e ben cucinato, anche se non adatto a tutti, si può consumare al tavolino a bordo piscina.
La Hellenic Spirit, bella nave di costruzione Olimpica, offre un Self Service ampio, luminoso  e munito di vista all’esterno, ma soprattutto di una offerta abbondante per scelta dei piatti e dimensioni delle porzioni. Ordinare orata al forno significa vedersi servire due orate (allevate in Grecia) di circa 350-400 grammi con due verdure. E la cucina è già quella Cretese, fatta di profumi e prodotti di qualità, olio extra vergine d’oliva compreso, (qui la nostra Parthenos ha un bel sorriso orgoglioso dipinto sul pallore da mal di mare: con Poseidon non ha mai avuto un buon rapporto e sui flutti comanda lui).
Il porto veneziano di Canea in un'immagine turistica

Ma il Gastronomo Educato e la Cuoca Sapiente hanno imparato la strada per il Ristorante di Bordo e sanno che non saranno delusi.

martedì 20 settembre 2011

Il Gastronomo Navigato

La marina e la marineria greche sono ancora nonostante tutto le più importanti del mondo. Armatori come Aristotile Onassis, Stavros Livanos, Stavros Spyros Niarchos sono ormai passati nell’olimpo dei miti ellenici con ruolo di eroi o semidei, mitici difetti e debolezze compresi,  e in tempo di crisi in Grecia si può sentir dire al tavolino di un caffè Cretese o in un tram ateniese: “… ma Lui non ha mai lasciato un uomo a terra!” e “Lui” può essere indifferentemente uno dei Tre, volendo significare che, qualunque fosse la temperie mondiale, la gente di mare imbarcata con loro riusciva sempre a portare a casa quanto necessario per vivere.

Questa attitudine era ricambiata da una abilità marinaresca e da una preparazione di assoluto valore, una civiltà del navigare che va indietro nella nostra memoria fino all’epica omerica e dintorni.

Tuttora la Grecia mantiene scuole e accademie di ottimo livello sia per la marina militare sia per quella mercantile.
I cadetti del 2° corso in visita al Nuovo Museo dell'Acropoli, Atene Agosto 2011

Il felice combinato di navigazione e cucina si manifestò al Gastronomo ancora in via di educazione nel corso di un “viaggio d’istruzione” in nave verso la Grande Madre Grecia e l’Asia Minore, insieme ad altri volonterosi compagni e compagne, in un’epoca mitica misurabile ormai in generazioni.

La nave era Cipriota e la cucina a bordo assolutamente Greca.
Cartolina ufficiale MSN

Si trattò allora di venire a termini con una civiltà appresa solo attraverso le opere classiche, di cui conoscevamo una lingua scritta e parlata come secoli indietro e che nessun Greco, a parte i preti, capiva. La Democrazia che avevamo studiato approfondito ed amato attraverso le Opere, in quel momento stava sotto i piedi della Giunta e il nostro successivo sbarco in Asia Minor fu accolto da cipigli, divise, mitra ed elmetti. Per fortuna l’autista del pullman era allegro e spericolato e non privo di un certo humor.

Alla fine prevalse la cultura classica, anche se attraversando il Canale di Corinto, che allora si usava normalmente per passare dallo Ionio all’Egeo, ci riunimmo in coperta per cantare Theodorakis   ( C’è un fiume rosso dentro me … ) sperando di fare cosa sgradita alle sentinelle del regime, che certo neanche ci udirono e soffrivano il freddo e l’umidità notturna quanto noi.

Cartolina ufficiale MSL

La nave si chiamava Aphrodite (nomen numen) armata dalla Mediterranean Sun Lines di Limassol. Nata come Leinster nel 1948, cambiò nome e proprietà nel 1968 e continuò a stare in mare fino al 1988. Circa 1800 passeggeri  venivano  serviti con una certa cura “nelle sale Lucullus e Belvedere”  (come diceva lo speaker) e il primo impatto con il cibo Ellenico fu per alcuni piuttosto negativo. Questi per il resto del viaggio si nutrirono di paste e dolci zuccherosissimi e di dimensioni fuori dal comune che comperavano a terra nei zacharoplasteio.
Pasticceria cretese tradizionale. Settembre 2011

Il G.E. e pochi altri si accostarono con educata curiosità ai cibi degli eredi del Pelide Achille e goderono così di un’esperienza inusitata e per qualcuno indimenticata. Si trattava di minuscoli involtini di foglie di vite ripieni di riso, di yogurt che non sapeva di yomo e rimaneva compatto, melanzane cotte con tanto cumino, e soprattutto quel formaggio bianco e fessurato dal sapore un po’ brusco, servito in quadrotti con olio e origano. La Feta, φέτα in neoellenico, in Italia proprio non c’era. Al mercato di Piazza Aldrovandi fino alla fine degli anni ’70 gli studenti greci chiedevano ai formaggiai la ricotta salata un po’ fresca per cercare di ingannare le papille, ma alla fine la feta arrivò con Fage e Mevgal, insieme ai ristoranti greci -To Stèki al Teatro Comunale è diventato un mito- forse anche grazie a qualcuno di quei temerari di allora diventato professore universitario e partecipe delle angosce dei suoi studenti ellenici.
Giovani fans dell'Olympiakos, Creta Settembre 2011

Il viaggio toccò Atene, era domenica e si giocava Panathinaikos-Olimpiakos, la città era paralizzata, taxi e tram fermi, alcuni rischiarono di rimanere sull’acropoli a contemplare i propri destini negli occhi di una kore, o di un kouros, a scelta. Ricordo a tutti coloro che si trovassero in tale situazione, con una nave che sta per lasciare il Pireo senza di loro, che in Neoellenico “porto” si dice λιμάνι  e non come in greco classico λιμέν che al massimo può ricordare al taxista interpellato un delizioso villaggio della Laconia. Questo offre  almeno due discreti ristoranti con i piedi nel mare e la visita della Caretta caretta a cena, ma il costo della corsa risulterebbe sproporzionato al piacere gastronomico. La nave continuò per Dèlos deserta e fiorita d’asfodelo, Mykonos ancora un villaggio e non ancora un mito, Costantinopoli, terra di ogni perdizione, soprattutto culinaria; poi in traghetto fino agli scavi di Troia e relativo cavallo, “… e onor di pianti Ettore avrai” eccetera; ma una stagione stava finendo e un’altra ne cominciava.
E si torna al presente viaggio del Gastronomo Educato e della Cuoca Sapiente, con l’egida di Athena, e ancora si viaggia su una nave, greca, anzi cretese.
A bordo dell'Ellenic Spirit, Mar Ionio Agosto 2011