martedì 20 settembre 2011

Il Gastronomo Navigato

La marina e la marineria greche sono ancora nonostante tutto le più importanti del mondo. Armatori come Aristotile Onassis, Stavros Livanos, Stavros Spyros Niarchos sono ormai passati nell’olimpo dei miti ellenici con ruolo di eroi o semidei, mitici difetti e debolezze compresi,  e in tempo di crisi in Grecia si può sentir dire al tavolino di un caffè Cretese o in un tram ateniese: “… ma Lui non ha mai lasciato un uomo a terra!” e “Lui” può essere indifferentemente uno dei Tre, volendo significare che, qualunque fosse la temperie mondiale, la gente di mare imbarcata con loro riusciva sempre a portare a casa quanto necessario per vivere.

Questa attitudine era ricambiata da una abilità marinaresca e da una preparazione di assoluto valore, una civiltà del navigare che va indietro nella nostra memoria fino all’epica omerica e dintorni.

Tuttora la Grecia mantiene scuole e accademie di ottimo livello sia per la marina militare sia per quella mercantile.
I cadetti del 2° corso in visita al Nuovo Museo dell'Acropoli, Atene Agosto 2011

Il felice combinato di navigazione e cucina si manifestò al Gastronomo ancora in via di educazione nel corso di un “viaggio d’istruzione” in nave verso la Grande Madre Grecia e l’Asia Minore, insieme ad altri volonterosi compagni e compagne, in un’epoca mitica misurabile ormai in generazioni.

La nave era Cipriota e la cucina a bordo assolutamente Greca.
Cartolina ufficiale MSN

Si trattò allora di venire a termini con una civiltà appresa solo attraverso le opere classiche, di cui conoscevamo una lingua scritta e parlata come secoli indietro e che nessun Greco, a parte i preti, capiva. La Democrazia che avevamo studiato approfondito ed amato attraverso le Opere, in quel momento stava sotto i piedi della Giunta e il nostro successivo sbarco in Asia Minor fu accolto da cipigli, divise, mitra ed elmetti. Per fortuna l’autista del pullman era allegro e spericolato e non privo di un certo humor.

Alla fine prevalse la cultura classica, anche se attraversando il Canale di Corinto, che allora si usava normalmente per passare dallo Ionio all’Egeo, ci riunimmo in coperta per cantare Theodorakis   ( C’è un fiume rosso dentro me … ) sperando di fare cosa sgradita alle sentinelle del regime, che certo neanche ci udirono e soffrivano il freddo e l’umidità notturna quanto noi.

Cartolina ufficiale MSL

La nave si chiamava Aphrodite (nomen numen) armata dalla Mediterranean Sun Lines di Limassol. Nata come Leinster nel 1948, cambiò nome e proprietà nel 1968 e continuò a stare in mare fino al 1988. Circa 1800 passeggeri  venivano  serviti con una certa cura “nelle sale Lucullus e Belvedere”  (come diceva lo speaker) e il primo impatto con il cibo Ellenico fu per alcuni piuttosto negativo. Questi per il resto del viaggio si nutrirono di paste e dolci zuccherosissimi e di dimensioni fuori dal comune che comperavano a terra nei zacharoplasteio.
Pasticceria cretese tradizionale. Settembre 2011

Il G.E. e pochi altri si accostarono con educata curiosità ai cibi degli eredi del Pelide Achille e goderono così di un’esperienza inusitata e per qualcuno indimenticata. Si trattava di minuscoli involtini di foglie di vite ripieni di riso, di yogurt che non sapeva di yomo e rimaneva compatto, melanzane cotte con tanto cumino, e soprattutto quel formaggio bianco e fessurato dal sapore un po’ brusco, servito in quadrotti con olio e origano. La Feta, φέτα in neoellenico, in Italia proprio non c’era. Al mercato di Piazza Aldrovandi fino alla fine degli anni ’70 gli studenti greci chiedevano ai formaggiai la ricotta salata un po’ fresca per cercare di ingannare le papille, ma alla fine la feta arrivò con Fage e Mevgal, insieme ai ristoranti greci -To Stèki al Teatro Comunale è diventato un mito- forse anche grazie a qualcuno di quei temerari di allora diventato professore universitario e partecipe delle angosce dei suoi studenti ellenici.
Giovani fans dell'Olympiakos, Creta Settembre 2011

Il viaggio toccò Atene, era domenica e si giocava Panathinaikos-Olimpiakos, la città era paralizzata, taxi e tram fermi, alcuni rischiarono di rimanere sull’acropoli a contemplare i propri destini negli occhi di una kore, o di un kouros, a scelta. Ricordo a tutti coloro che si trovassero in tale situazione, con una nave che sta per lasciare il Pireo senza di loro, che in Neoellenico “porto” si dice λιμάνι  e non come in greco classico λιμέν che al massimo può ricordare al taxista interpellato un delizioso villaggio della Laconia. Questo offre  almeno due discreti ristoranti con i piedi nel mare e la visita della Caretta caretta a cena, ma il costo della corsa risulterebbe sproporzionato al piacere gastronomico. La nave continuò per Dèlos deserta e fiorita d’asfodelo, Mykonos ancora un villaggio e non ancora un mito, Costantinopoli, terra di ogni perdizione, soprattutto culinaria; poi in traghetto fino agli scavi di Troia e relativo cavallo, “… e onor di pianti Ettore avrai” eccetera; ma una stagione stava finendo e un’altra ne cominciava.
E si torna al presente viaggio del Gastronomo Educato e della Cuoca Sapiente, con l’egida di Athena, e ancora si viaggia su una nave, greca, anzi cretese.
A bordo dell'Ellenic Spirit, Mar Ionio Agosto 2011

1 commento:

  1. Ciao Gastronomo Educato,
    qui Louise Maigret dalla Provenza. Sto leggendo Zorba il Greco e ho trovato un paragrafo che penso possa fare il caso tuo.
    "Dimmi cosa ne fai del cibo che mangi", mi disse una volta, " ri dirò chi sei. Alcuni lo trasformano in grasso ed escrementi, altri i lavoro e buon umore, e altri ancora, ho sentito dire, lo trsformano in Dio. Gli uomini, quindi, sono di tre categorie; io, padrone, non son dei peggiori nè dei migliori; io sto in mezzo. Il cibo che mangio lo trasformo in lavoro e buon umore. Non male dopotutto!"
    Mi guardò con aria maliziosa e rise.
    "Quanto a te, padrone, credo che tu faccia il possibile per trasformare il tuo cibo in Dio; ma non ci riesci, e ti affliggi. Ti è successo quello che è successo al corvo".
    "E cos'è sucesso al corvo, Zorba?"
    "Bè, lui prima camminava in modo rispettabile, giusto, come un corvo; ma n giorno gli girò di camminare elegante, come la pernice; e da allora, poveretto, ha scrodato il suo modo di camminare, si è confso, e adesso- non lo vedi?-cammina saltellando".

    Trovo che siano parole di saggezza illumiante, altro che Fedro!

    Con stima affetto e foie gras,
    Louise

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